L’osteoporosi è una patologia silenziosa dello scheletro, caratterizzata da una riduzione della quantità e della qualità dell’osso, con aumentato rischio di fratture.
E’ associata al calo di estrogeni in post-menopausa (> impegno vertebrale ), all’età ( impegno sia vertebrale che femorale ) ,ad altre malattie (artrite reumatoide, connettiviti , diabete, malattia di Parkinson, sclerosi multipla, malattie infiammatorie croniche dell’intestino ..), assunzione di farmaci (cortisonici ,antiepilettici ,ormoni tiroidei ,blocco ormonale adiuvante in donne con carcinoma mammario o uomini con carcinoma prostatico ).
Maggiormente colpito è il sesso femminile, anche se nei maschi spesso la malattia è misconosciuta e gli eventi fratturativi sono più gravi ed associati ad una maggiore disabilità. L’assunzione cronica di alcool, il fumo di sigaretta, l’inattività fisica, sono fattori di rischio modificabili per la prevenzione dell’osteoporosi.
La metodica di prima scelta per effettuare la diagnosi di osteoporosi, è rappresentata dalla MOC DEXA del femore e della colonna lombare. La sola valutazione della densità femorale è preferibile dopo i 65 anni per la presenza di artrosi lombare. La valutazione densitometrica dei siti periferici con l’indagine ultrasonografica (QUS) per il basso costo e la praticità, può essere utilizzata come indagine di screening, ma non per la diagnosi di osteoporosi, secondo i criteri OMS .
Ed a proposito della ormai famosa vitamina D …
Il ruolo fondamentale della vitamina D è quello di favorire l’assorbimento intestinale del calcio, ma, dal momento che i suoi recettori sono distribuiti in tutto l’organismo, essa ha vari effetti extrascheletrici. Tra questi particolare rilevanza hanno : l’effetto protettivo sull’endotelio con la riduzione del rischio cardio-vascolare, l’effetto neuroprotettivo come prevenzione della deterioramento cognitivo dell’anziano e della depressione, l’effetto sulla contrattilità muscolare (bassi livelli di vit.D sono causa di sarcopenia e maggiore suscettibilità alle cadute) .
Inoltre la vitamina D sembrerebbe giocare un ruolo importante nella prevenzione dei tumori di ovaio, mammella, prostata e colon retto e nel controllo del sistema immune. Bisognerebbe richiedere il dosaggio ematico della vitamina D nella popolazione a rischio ed identificare, con appropriatezza di prescrizione, i pazienti a cui aggiungere una supplementazione. Sembra, infatti, che in Italia la spesa sanitaria per il colecalciferolo sia enormemente aumentata risultando il terzo principio di spesa . È giusto precisare, a tal proposito, che l’80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dall’esposizione ai raggi UVB (nella cute, infatti, avviene la produzione della vitamina D, poi convertita in forma attiva a livello epatico e renale ) e solo il 20% è associato all’alimentazione .
La supplementazione di vitamina D è raccomandata ( senza effettuare il dosaggio ematico ) in pazienti con pregresse fratture osteoporotiche, in pazienti di età > ai 75 anni, in pazienti anziani istituzionalizzati , in pazienti con livelli inferiori ai 20 ng/ml (limite oltre il quale è garantito l’assorbimento intestinale di calcio ) in presenza di fattori di rischio e comorbilità .
In sintesi, nella popolazione di età inferiore a 60 anni in assenza di fattori di rischio e con esposizione quotidiana ai raggi UVB di almeno 15 minuti d’estate e 30 minuti d’inverno 3 volte a settimana, non risulta necessario effettuare dosaggio e supplementazione di vitamina D .
Ci sono delle semplici attenzioni nella vita quotidiana per prevenire la patologia osteoporotica :
– assumere almeno 200 ml di latte al dì; bere 1,5 l di acqua quotidianamente meglio se minerale;
– assumere caffè o alcolici con moderazione ;ridurre l’uso di sale ,proteine e gli alimenti ricchi di fibre.
– camminare mezz’ora al giorno di buon passo, lasciando scoperte braccia, mani,viso senza schermi di protezione solare;
– sospendere il fumo;
– e solo, quando necessario supplementi con sali di calcio, vitamina D,farmaci antiriassorbitivi.
Dott.ssa Ida Greco
Specialista in Reumatologia