Campolongo Hospital e Rari Nantes Salerno, sabato 20 ottobre, presso il Circolo Canottieri Irno, hanno celebrato il cinquantesimo anniversario della vittoria dello scudetto di Serie C, con promozione in B della Rari Nantes Salerno. Domenica 21, invece, è stato ricordato il grande nuotatore salernitano Ladislao Palumbo, il campione salernitano che stupì l’Europa quando era ancora giovanissimo nella specialità Delfino.
Sabato sera i giocatori che compirono la storica impresa, si sono ritrovati per festeggiare la ricorrenza. Insieme a loro anche al grande condottiero dell’epoca, il mister Geppino D’Altrui, campione olimpico a Roma ’60, accompagnato dal figlio Marco, anche lui olimpionico nel 1992 con il “Settebello”.
Un momento di incontro non casuale, visto che la maggior parte di quegli atleti continua a incontrarsi con regolarità, come una vera squadra, proprio come allora.
Alla serata, oltre agli atleti dell’epoca, sono intervenuti Paolo Trapanese, presidente regionale FIN; Paola Berardino, delegata provinciale CONI e l’assessore allo Sport del Comune di Salerno Angelo Caramanno.
Dopo il commosso il ricordo di Dario Salvati, di recente scomparso per un incidente, c’è stata la consegna di medaglie, targhe e gagliardetti commemorativi agli eroi dell’epoca: Biagio Agostino, il capitano Roberto Agostino, Mariano Aliberti, Antonio Barela, Nicola Borrelli, il goleador Gianfranco Camisa, Giuseppe Casella, Antonio D’Anna, il portiere Paolo Lista, Sergio Mogavero, Pasquale Rossi, Pasquale Santomauro, Gino Stefanelli e ovviamente il mister D’Altrui.
Ricordando Ladislao Palumbo
Sorrisi, ricordi, aneddoti, battute e qualche lacrima hanno scandito il corso della serata, così come la mattinata della domenica, quando un nutrito gruppo di atleti dell’epoca e amici di Ladislao Palumbo, lo hanno voluto ricordare con la proiezione di foto e ricordi legati alla sua breve e intensa carriera. Commosso il ricordo di mister D’Altrui, che all’epoca allenava anche i nuotatori della Rari: non c’è stato più nessuno talentuoso come lui. Peccato che non abbia potuto sfruttare fino in fondo il suo talento, sarebbe stato tra i primi al mondo nel Delfino.